
I 200 metri quadri del punto vendita di Brunel sono ora completamente dedicati al mondo venatorio
(Millenovecento)sessanta più sessanta fa 2020 e un negozio nuovo: nell’anno della cifra tonda Brunel, azienda trentina specializzata in abbigliamento, rinnova i propri locali potenziando l’offerta venatoria. «Per anni l’azienda ha lavorato nel settore dello sci alpinistico e dell’abbigliamento tradizionale» racconta Roberto Defrancesco, che gestisce l’azienda insieme a Ivana Brunel. «Poi nel 2000 abbiamo cominciato a fornire i primi guardiacaccia e i primi agenti forestali e in tanti hanno iniziato a chiederci perché non sviluppassimo una linea outdoor dedicata a chi vive il bosco. Abbiamo dunque inaugurato una linea caccia che, subito abbracciata dal successo, col tempo ha compreso anche accessori e scarponi». Brunel ha deciso di vendere la propria merce nel proprio punto vendita e a pochi negozi specializzati in Italia a cui si affiancano le fiere e l’e-commerce: «chi, come noi, vuol creare prodotti artigianali di alta qualità non ha modo di fornire i negozi. Una ditta di artigianale a produzione interna deve testare ogni capo prima di metterlo in vendita: dopo il controllo qualità non siamo in grado di fornire altri negozi, perlomeno in Italia». All’estero invece, Austria e Germania, in alcuni punti vendita si possono trovare prodotti a marchio Brunel. Ma, anche se la geografia può suggerire diversamente, Brunel non rifornisce solo cacciatori di montagna. «Certo, abbiamo cominciato con la caccia alpina: d’altra parte viviamo in Val di Fassa, in mezzo alle Dolomiti. Ma ora produciamo capi da usare tutto l’anno, ci siamo evoluti fornendo il nostro abbigliamento a professionisti e cacciatori che girano tutto il mondo». A catalogo si possono trovare infatti prodotti per la caccia alla beccaccia nel-la macchia e nello spino e per la caccia all’estero, dai Paesi baltici al Kirghizistan fino al Sudafrica.
«L’alta qualità di Brunel è in grado di soddisfare tutti» promette Defrancesco che spiega perché l’azienda abbia deciso di ripensare il proprio punto vendita: «Fino al 2020 il nostro negozio era diviso a metà, da una parte la caccia e dall’altra sport invernale, alpinismo e sci. Ma da un po’ di tempo stiamo investendo molto di più nel mondo della caccia rispetto ad alpinismo, sci e altre attività outdoor. Abbiamo dunque pensato di togliere questa parte dal negozio e di dedicare al mondo caccia tutti i 200 metri quadri».
Fonte: Pubbliredazionale Caccia Magazine Ottobre 2020